LA NOSTRA STORIA - OUR HISTORY

La nostra storia-Our history

Dal "Sorpasso" ad oggi

"No, non sono stato sempre cosi; una semplice piazza per il posteggio delle auto.

"Ero anche io collina: scendevo coperta da una folta flora mediterranea, fino all' Aurelia."

Poi quando a Livorno la città comincio ad espandersi crebbero le costruzioni di case e palazzi, scoprirono che sotto la flora e la poca terra, c'era "Pietra Serena", la migliore, quella meno friabile, la più adatta a costruire forti mura;e allora fu la mia rovina!

Cominciarono a scavare fino a creare, mese dopo mese, anno dopo anno questo vuoto che ora serve, menomale per posteggio."

I Cavatori del "Canaccini"

I cavatori assunti dalla ditta "Canaccini" che gestiva la cava, scendevano ogni giorno a piedi attraverso sentieri da Montenero e dal Castellaccio.

Arrivavano presto al mattino ed iniziavano il loro lavoro in coppia, uno teneva ben fermo uno speciale scalpello forato che all' inizio era di 50, l' altro batteva sullo scalpello con una mazza di diciassette chili.

Quando il foro era avviato si inseriva un altro scalpello più lungo e poi cosi via fino ad inserirne uno di tre, quattro metri.

Lavoravano e sudavano cosi per ore ed ore, fino a che il foro nella roccia non era profondo almeno tre metri.

A questo punto si immetteva la dinamite e quant' altro, poi la miccia e ci si preparava a far saltare le mine.

Il traffico sulla' Aurelia veniva fermato, non era ancora un traffico intenso come oggi; un operaio a nord ed uno a sud con una bandiera rossa lo fermavano e poi, brillate le mine e ripulita la strada da eventuali sassi, lo ripristinavano.

Alle 12:30 si andava a mangiare; un pasto semplice: una zuppa, pomodori e qualcos' altro quando c' era; però sempre accompagnati da un buon bicchiere di vino!

Il pranzo avveniva in una piccola casetta , il futuro attuale Ristorante, al di là della strada, lato mare.

Serviva per depositarvi gli attrezzi, per riposarsi dalla pioggia e dal freddo e dal sole durante l'estate.

Una casetta che però doveva avere un avvenire, è infatti la parte più antica dell' attuale ristorante.

Dopo pranzo i cavatori tornavano a lavoro e per riposarsi, si fa per dire, con la mazza da diciassette chili, riducevano in pezzi più piccoli i grossi massi che le mine avevano fatto precipitare dal monte in modo che potessero essere utilizzati dai muratori per costruire in città con calce e mattoni rossi pieni i futuri edifici livornesi.

Solo verso sera i lavori cessavano e alcuni cavatori scendevano a mare per fare il bagno, ma anche per pescare qualche muggine o qualche sarago che sarebbero serviti per la cena delle loro famiglie, utilizzando delle bombette preparate con un pò di dinamite sottratta al mattino.

A volte in questa operazione qualcuno rimaneva ferito da scoppi anticipati nell' accendere la miccia.

Il pesante lavoro dei cavatori, non era l'unico, lungo il litorale; sulla strada Aurelia sopra un mucchio di pietre sedeva, con le dita di una mano fasciate da pezzi di cuoio legati con lo spago, lo "spaccapietre" di cui parla in una novella anche Neri Tanfucio (Renato Fucini). Nell' altra mano un robusto martello con cui si spaccava le grosse pietre riducendole in ghiaia, che poi sparsa sulla strada serviva a mantenerla in efficienza.

C'era anche un altro gruppo di lavoratori della pietra Serena, più specializzati e più remunerati: "Gli Scalpellini".

Venivano sopratutto da Antignano e si recavano a lavorare su un piazzale sotto il Sassoscritto, ancora visibile, da cui con scalpelli e cunei strappavano lastre di pietra che poi servivano per lastricare le strade o come cordoli per i marciapiedi.

Lastre e cordoli venivano poi imbarcati, si possono ancora vedere i resti dell' imbarcadero e via mare raggiungevano il porto di Livorno.

Tutto Finì, a causa del progresso ed esattamente per colpa dell' automobile e dei camion che avevano sostituito barrocci e calessi.

Ma che c'entrano le automobili e i camion?

A causa dell' aumento del traffico veicolare l'ANAS non concesse più di bloccare, al momento della detonazione delle mine, la strada né alle 12:00 né alle 17:00. E cosi il lavoro finì...

Tutte le Cave del litorale, anche quella del Sonnino, adiacente al Sassoscritto e quella del Ghezzani di Calafuria dovettero cessare la loro attività; rimase solo la casetta al lato della strada, a picco sulla costa.

La proprietà allora l' ampliò e la trasformò in una villetta per le vacanze estive e per i bagni fino al 1940.

In tempo di guerra dal 1941 al 1945 la villetta divenne dimora dopo che Livorno cominciò a subire i bombardamenti, era necessario scappare dal centro.

Da lì, sicuri, si avvistavano i bombardieri che venivano dal mare e si apprestavano a bombardare la città.

Poi la guerra finì e con essa i bombardamenti e per la casa del Sassoscritto cominciò una vita nuova, quella che ancora si protrae fino ai giorni nostri, più attraente di quella precedente.

Andò cosi; una volta lasciata la casa del Sassoscritto per tornare a Livorno, la proprietà fu avvertita che la notte venivano sottratte tegole ed embrici dal tetto da alcuni livornesi, i quali avendo trovatola loro casa con il tetto danneggiato dai bombardamenti, avevano pensato di provvedere cosi.

Fu allora che si presentò una signora, la "Cisa" che propose di affittare la casa per vendere bibite e panini ai passanti e così Sassoscritto divenne trattoria facendo la fortuna della signora, la quale, ma lasciamo da parte le cattiverie, sembra che concedesse l' uso di qualche stanza a qualche cliente privilegiato.

La "Cisa" donna intraprendente, visto che gli affari andavano per il meglio, d'accordo con la proprietà fece costruire su pali di legno una terrazza sul retro della casa, vista mare, dove servivano pranzi e cene.

Gli affari andarono e andarono fino a che nel 1964, la signora Cisa presentò al proprietario il Sig.Franceschi:

Annunziata, il marito Paris Collodi e il genero il sig. Bruno Taddei con la consorte flora Collodi.

Da quel Momento cominciò l' avventura della famiglia Taddei Collodi dal 1964......

I locali nel tempo sono stati ampliati, terrazza di legno ingrandita e sostituita con una in cemento armato.

Dopo anni di sacrifici gli affari iniziano ad ingranare e nel 1985 Bruno Taddei decide di coinvolgere nella propria avventura anche i fratelli Sergio e Luciano formando tutti insieme con rispettive famiglie la società Sassoscritto che ha gestito la struttura fino maggio 2022, anno in cui il giovane imprenditore Capenti Roberto ha rilevato la società per una nuova avventura.


ADESSO E' IL MOMENTO DI SCRIVERE NUOVE BELLISSIME PAGINE DI STORIA


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